scappano dalla lucertola gigante in taxi, un taxi costoso molto malandato ma molto veloce. del resto la fuga è problematica al punto da causare severissimi danni e incidenti mortali. che però importano chiaramente meno.
la lucertola minaccia con arroganza i tornado e la swat e, come tutte le lucertole alte cento/centocinquanta piani impegnate a devastare i centri abitati statunitensi, ha qualcosa di fascista.
abbandonato il taxi (una ruota a terra) e saldato conto e supplemento al conducente, inforcano un elicottero sportivo che lei sa guidare con scioltezza nonostante il brevetto per corrispondenza (nemmeno mezz'ora simul-cane).
l'elicottero li porta retoricamente all'aeroporto, dove si imbarcano per la russia: il quadro li mostra intenti a bere una quantità di liquore guardando l'ansia nel finestrino.
le unghie vengono tormentate. il pagamento con carta di credito ha facilitato l'imbarco in corsa, indispensabile se inseguiti da una lucertola fascista di centocinquanta piani.
all'arrivo a mosca, un'ingenuità che nessun ingenuo sospetta make them think di essere in salvo finché dalla finestra dell'albergo non occhieggia un'iride a palpebra verticale: è la pubblicità di una lingerie, che li ammazza di paura ma anche li eccita e fanno sesso da morti.
il mediometraggio è civile, italiano, ha buone chance nei premi e sul corriere. imbattibile in termini di diritti e difesa del liberalismo dalle lucertole.